I Samburu: nel loro modo di vivere si tengono strette le tradizioni fatte di routine, di compiti precisi e di tabù in parte incomprensibili.
I Samburu sono un popolo nomade che viaggia senza una meta precisa ma che comincia il suo viaggio pensando al bene della collettività, del villaggio.
Ci hanno accolto cantando e saltando.
Ci hanno adornato con le loro pesantissime collane di perline infilate sul cuoio.
Ci hanno fatto ballare con loro.
E poi ci hanno illustrato il villaggio: l’area per gli animali, l’area del mercato, l’area in cui gli anziani si riuniscono per deliberare.
E poi la scuola: una zona in cui un “saggio” insegna ai bambini a contare in inglese o le lettere dell’alfabeto o qualche canzoncina.
I samburu sono un popolo molto gerarchizzato; ogni singola tappa di avanzamento corrisponde al superamento di una soglia di età.
Ci hanno accolto cantando e saltando.
Ci hanno adornato con le loro pesantissime collane di perline infilate sul cuoio.
Ci hanno fatto ballare con loro.
E poi ci hanno illustrato il villaggio: l’area per gli animali, l’area del mercato, l’area in cui gli anziani si riuniscono per deliberare.
E poi la scuola: una zona in cui un “saggio” insegna ai bambini a contare in inglese o le lettere dell’alfabeto o qualche canzoncina.
I samburu sono un popolo molto gerarchizzato; ogni singola tappa di avanzamento corrisponde al superamento di una soglia di età.
Sono un popolo poligamo, come ci è stato raccontato: un uomo può avere fino a 5 mogli ma le nuove generazioni sono poco propense a rispettare questa tradizione.
Avere più mogli vuol dire avere più figli ma spesso, ci hanno raccontato con non pochi coloriti esempi, i rapporti tra le mogli non sono proprio idilliaci.
Al primo matrimonio è il padre dello sposo a pagare per la sposa, ma dalla seconda moglie in poi è lo stesso sposo a portare in dono mucche e tori alla famiglia della futura sposa.
Avere più mogli vuol dire avere più figli ma spesso, ci hanno raccontato con non pochi coloriti esempi, i rapporti tra le mogli non sono proprio idilliaci.
Al primo matrimonio è il padre dello sposo a pagare per la sposa, ma dalla seconda moglie in poi è lo stesso sposo a portare in dono mucche e tori alla famiglia della futura sposa.
Le donne impiegano circa due settimane per costruire le capanne utilizzando bastoni intrecciati, fango e sterco di vacca. Le capanne sono rotonde con un piccolo ingresso chiuso da una coperta; non hanno finestre ma solo due fori che servono per far entrare aria. All’interno di queste piccole costruzioni ci sono due aree una per la mamma e le figlie femmine e l’altra per il padre e i figli maschi.
Le donne, naturalmente, si occupano di curare i figli.
Questi ultimi, tuttavia, sono figli del villaggio e soprattutto in caso di morte della mamma o dei genitori, tutti si occupano dei piccoli orfani.
Le donne, naturalmente, si occupano di curare i figli.
Questi ultimi, tuttavia, sono figli del villaggio e soprattutto in caso di morte della mamma o dei genitori, tutti si occupano dei piccoli orfani.
Gli uomini si occupano principalmente della difesa del villaggio: leoni ed elefanti sono sempre in agguato.
I Samburu vivono nel Kenya settentrionale molto arido e secco da qui è nata la nostra domanda su come si nutrissero: “il sangue si rifà “ci hanno risposto: sangue estratto dalla gola dei bovini e latte sono il cibo quotidiano dei Samburu. I bambini piccoli bevono solo latte fino alla tappa in cui il loro stomaco e intestino non è in grado di gestire il miscuglio di cui sopra.
Essendo nomadi, appunto, in questo modo non devono fare stoccaggio del cibo.E perché non mangiano la carne di mucca o non vanno a caccia?Non cacciano perché considerano sacro il bestiame, sacro il pesce e tutti i volatili.Sacrificano il bestiame solo in occasioni di cerimonie importanti come ad esempio il matrimonio.
Essendo nomadi, appunto, in questo modo non devono fare stoccaggio del cibo.E perché non mangiano la carne di mucca o non vanno a caccia?Non cacciano perché considerano sacro il bestiame, sacro il pesce e tutti i volatili.Sacrificano il bestiame solo in occasioni di cerimonie importanti come ad esempio il matrimonio.
Sono arrivata in quei giorni d’agosto, in questo villaggio, parzialmente consapevole di cosa mi aspettava; il libro “Sul cuore nudo della Terra” mi aveva già coinvolto. Ma, chiuso il libro e salutato gli amici Samburu ho pensato a quante volte andiamo avanti quasi senza una meta e ci sembra spesso sbagliato e difficile…ho capito che non è sempre così.
A volte siamo noi a dover imparare che quello che sembra incoerente, a prima vista, in realtà ha un non so che di perfetto.
A volte siamo noi a dover imparare che quello che sembra incoerente, a prima vista, in realtà ha un non so che di perfetto.
Alla prossima
xxxValeGirovaga
xxxValeGirovaga