martedì 26 settembre 2017

LA NOTIZIA CHE FA STORIA

Circola da pochi minuti LA NOTIZIA EPOCALE e io provo un vago senso di orgoglio ad essere qui...
Stay tuned
xxxValeGirovaga
http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-41408195

domenica 24 settembre 2017

KENYA:SUA MAESTÀ IL MASAI MARA

Il Masai Mara è una delle riserve naturali più affascinanti al mondo.
I Masai del Kenya sono indigeni che popolano questa riserva e il Mara è il fiume che attraversa da Nord a Sud questa immensa prateria: da qui il suo nome.
All’interno di questa meravigliosa riserva riesci a “sentire vicini” gli animali che la popolano pur stando in una jeep. Loro sono liberi e selvaggi e padroni del loro territorio tuttavia ti lasciano osservare se non li disturbi. Al Masai Mara si vedono i famosi big five: leoni, ippopotami, rinoceronti, leopardi, bufali ed elefanti.
Ecco, li abbiamo visti tutti e ce li siamo davvero goduti nelle loro “faccende quotidiane”, che in fondo il safari è proprio questo: osservare in silenzio gli animali che si muovono sinuosi e con fare felpato fino a che, all’improvviso, corrono veloci perché hanno fiutato la preda che inevitabilmente finisce di vivere.
Come diceva quella canzone del cartone “Il re leone”? It is the circle of life; noi di scene drammatiche ne abbiamo viste diverse: gazzelle prede di leoni o di ghepardi, gnu preda di ippopotami o coccodrilli. Non ci si fa l’abitudine, spesso dopo la prima occhiata io non riuscivo davvero a continuare ad osservare senza provare un vago disgusto.
Il Masai Mara confina con il parco di Serengeti in Tanzania.
Abbiamo visto all'interno del parco una roccia che segna il confine tra la Tanzania e il Kenya..si, semplicemente una roccia e mi sono chiesta chi avesse deciso che proprio lì ci fosse il confine tra due terre sconfinate in cui il colore predominante è il giallo e il verde..chi può dire dove inizi una e finisca l’altra?
Milioni di esemplari di gnu e zebre popolano il parco Serengeti e il Masai Mara uniti dal filo conduttore della transumanza. Uno dei motivi che ci ha spinto a scegliere questo periodo per andare in Kenya era proprio il desiderio di assistere alla migrazione degli gnu.
Mi commuovo ripensando poi alla fortuna che abbiamo avuto di vedere l’attraversamento del fiume degli gnu e delle zebre: ci siamo appostati quasi per tre giorni di seguito, fino al momento del giorno in cui il sole non ci regalava il suo tramonto più bello, pur di assistere al river crossing degli gnu.
E con gratitudine, ancora una volta, posso dire di aver sentito la forza della natura sprigionarsi in un corpo animale.
Fotografi da tutto il mondo erano appostati insieme a noi e percepire, seppure ognuno nelle proprie jeep, quanto meraviglioso fosse lo spettacolo che la natura offriva in quel momento, mi ha unito a quei fotografi e gente comune in viaggio come noi beati solo di assistere a tano furore in religioso silenzio dopo aver esultato il primo momento: “YES! attraversano il fiume!”
Gli occhi non riuscivano a supportare e spesso si commuovevano, grati, di fronte a tanta meraviglia.
Questo è uno spettacolo I N D E S C R I V I B I L E.
Questo è il fenomeno migratorio più suggestivo del pianeta Terra.
Questo è uno spettacolo imponente.
Questo è lo spettacolo che toglie il fiato .
Questo è uno spettacolo a metà tra la vita e la morte, tra la forza e la fragilità di un essere animale.
Mi catturano ancora le immagini di quel momento, spero tolgano un po’ il fiato anche a voi: schermo grande e musica in cuffia ..vi regalo la mia emozione in immagini
CREDIT TO FRANCESCO PER AVER MONTATO QUESTE IMMAGINI.
Alla prossima
xxxValeGirovaga

sabato 16 settembre 2017

KENYA 2017 GLI INCONTRI CHE CERCAVI

Ogni viaggio piccolo, grande, vicino o lontano si fa per un motivo che forse, a volte, non conosciamo del tutto e diventa una scoperta mano a mano che lo realizzi.
Questo è stato il mio viaggio in Kenya, in realtà quasi un pellegrinaggio interiore e non solo.
Ovviamente il Kenya è natura, è safari, è tramonti e sorrisi inebrianti ma il Kenya per me era, dalla notte dei tempi, un posto meraviglioso nella sua semplice essenzialità; il Kenya era per me prima di tutto Hope Streams Accademy e i suoi bambini.
Arrivo a Nairobi proprio pochi giorni dopo le elezioni ma il clima che si respira non è per nulla problematico, nulla ti fa sentire in pericolo.
Atterrata a Nairobi incontro la nostra guida, il nostro angelo custode che senza passare dal via (l’albergo) guida fino a che , ad un certo punto, non abbandona la strada asfaltata per entrare in uno slum (villaggio) coloratissimo con tanta gente in giro ma pochi bambini per strada. ”Vi stanno aspettando, sono tutti a scuola ad aspettare il vostro arrivo”.
Io sento salire l’emozione di fare questa esperienza e di farla insieme ai miei figli; non sono del tutto nuove queste realtà per me e con la mente torno ai campi di lavoro in Albania, e non solo lì, di quando ero una ragazzina. Ma adesso sto realizzando un piccolo grande sogno anche con i miei figli e finalmente dopo tante buche e lo stomaco in subbuglio scendiamo dalla jeep e tanti bambini eccitati ci vengono incontro.
Ci presentiamo, si presentano ed è subito sintonia.
Ballano per noi, ci invitano a ballare con loro, ci mostrano le loro aule, ci dicono i numeri in swahili e in inglese e poi gli animali e poi tante altre di quelle cose che tutti i bambini imparano, che tutti i bambini hanno il diritto di imparare a scuola.
Parliamo con le insegnanti, loro chiedono ai miei figli di come sia strutturata la scuola che frequentano e leggo nei loro occhi un grande desiderio di sapere e, sono certa, la voglia che la scuola potesse essere così anche da loro.
I più grandi fanno capannello attorno ai miei figli, ubriachi di tante domande e ubriachi di tanta diversità; vedo i miei ragazzi osservare e provare a vivere questa nuova dimensione e in parte ci sono riusciti seppur con un timido ,naturale, imbarazzo di essere circondati da tutti questi sorrisi che sembrano stampati.
Sorridono sempre questi bambini, sorridono le insegnanti e sorride Patrick.
Patrick è l’uomo che ha iniziato con una classe di 13 alunni e adesso ne conta 220. Alcuni di questi ragazzi hanno completato gli studi fino a frequentare l’università.
Patrick ha realizzato questo progetto e continua a farlo per aiutare i bambini a non essere vittime della violenza e della disperazione che la mancanza di cultura porta con sé inevitabilmente.
Ma io non mi sento di dire che ho visto bambini e insegnanti in situazioni di disagio.
Nel loro modo di vivere c’è un equilibrio difficile da comprendere velocemente, va macinato dentro, accettato e paradossalmente condiviso.
La scuola di cui vi parlo non è governativa e non è gratuita perché queste ultime sono costruite lontane dai villaggi, troppo lontane perché questi bambini possano raggiungerle a piedi.
La scuola voluta e creata passo dopo passo da Patrick, la Hope Streams Accademy, ospita bambini da 3 anni in su fino alle scuole superiori con uno staff ridottissimo e che a rotazione porta avanti questo progetto.
Ma io lo ripeto: non mi sento di dire che ho visto bambini e insegnanti in situazioni di disagio.
Le chiacchiere entusiaste tra me Patrick si interrompono quando un fermento generale si insinua in quest’aria frizzantina: è autunno in Kenya ed è arrivato il momento della merenda: tutti in fila per un bicchiere di succo d’arancia, una banana e tre biscotti senza eccezioni e senza differenza tra grandi e piccini.
PERO’, c’è un però: questi bambini e ragazzi sono intelligenti, educati, brillanti ma i genitori non possono permettersi di acquistare libri e uniformi, non possono neanche permettersi di pagare per loro il cibo giornaliero a scuola.
PERO’:questa scuola è diversa, neanche lontanamente immaginabile: i banchi sono di legno un po’ marcio e la porta è una lamiera.
Come ottengono la merenda e il pasto giornaliero e i libri e la giacchetta sulle spalle?
Grazie alle donazioni di gente comune come noi o anche di grandi associazioni che per caso o per grazia divina hanno messo piede in questo villaggio e hanno conosciuto Patrick.
E allora , per favore, se potete leggete il link che vi lascio qui sotto e con una donazione non eccessiva vi sentirete parte del futuro di uno di questi bimbi e la donazione andrà in mani sicure e forti: quelle di Patrick che gestisce tutto questo con trasparenza e umiltà
Ecco, a volte i viaggi si fanno per mettere in prospettiva la propria vita e magari anche quella di qualcun altro.
A volte lo sai da subito, a volte lo capisci dopo, a volte lo capisci mentre sai che stai vivendo qualcosa di straordinario e a volte quando il tuo sguardo incontra quello di un bimbo come Kamara, che è nel nostro cuore dalla notte dei tempi.
Alla prossima settimana pronti per il safari!
xxxValeGirovaga

sabato 9 settembre 2017

LA MIA ABAYA

Ben trovati a voi tutti
Welcome back!
Mi sono assentata per um pó ma ho pensato spesso a cosa raccontarvi e di materiale soprattutto emotivo dei posti visti e vissuti ne ho raccolto tanto.
Per ritrovarci ho deciso di condividere con voi questo post di un anno fa.
Arrivare in Saudi non è stato semplice:le incombenze burocratiche sono stare davvero tante e spesso poco comprensibili.
Da subito avevo capito che una logica poco logica😉avrebbe guidato i miei passi.
Finalmente però il 9 settembre di un anno fa volavo verso la mia nuova vita e quell'abaya di cui scrivevo, vi assicuro che mi ha fatto sentire protetta e sicura.
Ricordo bene che in aereo,in attesa di indossarla, la tevevo stretta a me.
Dopo un anno soltanto, che a volte mi sembra ieri e a volte mi sembra un decennio,quell'abaya rimane tra le mie preferite:ha dentro di sé tutte le mie paure e tutta l'eccitazione di un nuovo inizio.
A presto


Valeria De Carlo ha aggiunto un post del 9 settembre 2016 al suo diario.
Eccola la mia abaya nuova di zecca acquistata quasi scaramanticamente il mio ultimo giorno ad Abu Dhabi.
Sono pronta ad indossarla e mentre aspetto di imbarcarmi per la mia nuova vita già so che inciampero'scendendo le scale dell'aereo e mi guardo attorno e vedo donne molto diverse da me che mi sorridono dolcemente e uomini che non hanno nulla del fascino degli emiratini...
Sono emozionata,la mia nuova alleata è pronta a diventare parte di me evviva!